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mercoledì 9 gennaio 2013

Daniel Alberto Passarella

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Daniel Pssarella
maglia numero 5

Daniel Passarella
Cap. Argentina
Daniel Passarella
 
E’ nato ad   Chacabuco, 25 maggio 1953.
 
Daniel Alberto Passarella Campione del Mondo con la Nazionale argentina nel 1978 e nel 1986.
Discendente di immigrati italiani provenienti da Catania. Quel ragazzino con la faccia da indio senza la sua forza di spirito non sarebbe mai diventato il libero più forte del mondo. A soli cinque anni, pensate, si impose di diventare mancino, per continuare a giocare a calcio nonostante il gesso che era stato costretto a portare alla gamba destra in seguito a un incidente d’auto occorsogli col nonno. Tanti bambini avrebbero rinunciato a correre dietro il pallone e si sarebbero dedicati ad altro per un mesetto, ma il piccolo Daniel no. A dispetto della giovane età, era spinto da una furia quasi mistica. Il pallone e niente altro.
La sua prima squadra fu l’Argentinos, nome tutt’altro che originale della formazione del suo paese natale. Aveva quindici anni, giocava all’ala sinistra e segnava di testa, nonostante la statura non... torreggiante. Con i compagni conquistò il titolo regionale, suscitando l’attenzione di alcuni talent-scout. Il Boca Juniors, uno dei club più famosi d’Argentina, lo chiamò per un provino, che però andò male e non se ne fece nulla. Ma il guerriero non si arrese neppure quando fu scartato da un altro club importante, l’Estudiantes. Anzi, raddoppiò l’impegno. La sua occasione stava per arrivare. Venne scelto dal Sarmiento, formazione che militava in Serie C. Sarebbe cominciato dal basso, nessun problema. L’allenatore si chiamava Raul Hernandez e quel ragazzino con gli occhi di fuoco non lo vedeva proprio a giocare sull’ala. Gli diede allora il numero tre, certo che gli attaccanti avversari non avrebbero avuto vita facile con un tipo del genere.
Non si sbagliava: nonostante la verde età, Daniel si impose presto come autentico faro della squadra, per la carica che sapeva infondere ai compagni e per il suo costante e fondamentale apporto anche nella metà campo avversaria. Quella stagione segnò quindici reti, cifra pazzesca per un difensore. Hernandez vide in quel giovane i numeri del campione e decise di segnalarlo all’amico Omar Sivori, che prontamente lo portò al River Plate. Il grande club, finalmente. Passarella non tardò a entrare nell’undici titolare, per consolidarsi definitivamente nel ruolo di libero. Giocava bene e giocava duro, ma soprattutto, anche a Buenos Aires, impressionò per la dedizione alla causa della squadra.
Era una furia: urlava come un ossesso per caricare i compagni anche in allenamento, in campo si ergeva come una diga davanti al portiere, sempre pronto a far ripartire l’azione con le sue potenti falcate. La Nazionale ovviamente non poteva fare a meno di un tipo così e presto lo chiamò, per farne rapidamente un punto fermo. Erano anni importanti, l’Argentina aveva ottenuto per la prima volta l’organizzazione del Mondiale, bisognava fare le cose bene anche sul piano tecnico. Il Ct Menotti costruì una squadra tosta, tutt’altro che perfetta, ma pronta a dare battaglia anche e soprattutto grazie a quel leader che giganteggiava nelle retrovie. C’era già, straordinariamente precoce, un ragazzino di sedici anni, Maradona, ma Menotti, che pure stravedeva per i suoi colpi di genio, preferì portarlo alla rassegna come mascotte.
Passarella era il capitano di quella formazione, che alla fine trionfò, battendo in finale l’Olanda in un drammatico confronto. Tra i protagonisti assoluti, lui, il piccolo libero dal cuore grande e dalla forza smisurata.
Il sudamericano era ritenuto il libero più forte del mondo e le richieste da parte delle squadre di mezza Europa si rinnovarono.A spuntarla sulla concorrenza di Roma e Real Madrid fu la Fiorentina. Dopo otto gloriose stagioni con la maglia del River Plate, Daniel si preparava ad affrontare, ormai ventinovenne, l’avventura più difficile della sua straordinaria carriera.
La Fiorentina non riuscì mai a inserirsi nel vivo della lotta per lo scudetto, e si trovò relegata nelle posizioni di rincalzo. Passarella sarebbe rimasto altre tre stagioni, vissute costantemente da protagonista. Nel corso dell’ultima, poi, avrebbe stabilito il record (ancora imbattuto) di reti segnate da un difensore nel nostro campionato: ben undici. Al termine del torneo, però, i già non idilliaci rapporti con la famiglia Pontello si trasformarono in scontro aperto, e Daniel, abituato a firmare soltanto contratti annuali, cedette alle lusinghe dell’Inter di Trapattoni, che nutriva ambizioni di scudetto.
Fu acquistato  per un miliardo di lire dall'Inter , dove fu protagonista di un episodio in Sampdoria-Inter del 1987, quando colpì con i tacchetti il raccattapalle Maurizio Piana che ritardava la consegna del pallone: il gesto gli costò sei giornate di squalifica, poi ridotte a cinque, e le scuse ufficiali al ragazzo da parte della società che gli donò 5 milioni di lire.
Dopo il suo ritiro dall'agonismo Passarella intraprende la carriera di allenatore guidando dapprima il River Plate, con cui vince numerosi titoli nazionali, e poi la nazionale di calcio argentina, con cui partecipa ai mondiali di Francia '98. Il gioco non spettacolare messo in mostra dai sudamericani fu motivo di feroci critiche che la stampa gli rivolgeva spesso, e la corsa di Passarella verso il titolo fu fermata dall'Olanda ai quarti di finale (2-1 il punteggio). In precedenza l'Argentina aveva superato l'Inghilterra ai calci di rigore.
Successivamente divenne allenatore dell'Uruguay, con cui si qualificò per i mondiali di Giappone e Corea del Sud del 2002. Tuttavia poco prima di intraprendere la spedizione in Oriente preferì dimettersi a causa delle incomprensioni che vi erano con alcuni giocatori uruguagi. Sfumato l'ingaggio con l'Inter, Passarella approdò alla panchina del Parma nell'estate 2001. L'avventura terminerà però a dicembre dopo solo cinque partite di campionato, tutte perse. Nel 2003 Passarella si trasferì in Messico, in cui guidò il Club de Futbol Monterrey alla conquista dello scudetto messicano. Poco dopo passò ai brasiliani del Corinthians, ma fu esonerato pochi mesi dopo la sua Corinthians, ma fu esonerato pochi mesi dopo la sua firma a causa dei terribili risultati sportivi della squadra. Nel gennaio 2006 firmò di nuovo per il River Plate prima di assumere nel 2009 la presidenza del prestigioso club argentino.
In totale Passarella ha realizzato 178 reti (di cui 22 in Nazionale), che ne fanno il secondo difensore della storia di questo sport in ordine di reti (primo è l'olandese Ronald Koeman con 207 gol (di cui 14 in nazionale).
E’ l'unico calciatore non brasiliano e italiano ad aver vinto 2 mondiali.

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